Per i vulcanologi è un parossismo. Per chi ha guardato stamattina verso l’Etna, è un grande spettacolo della natura. E’ dalla scorsa estate che il vulcano dà segni di irrequietezza, con attività sempre concentrata sui, e dentro, i quattro crateri sommitali. Fino a qualche giorno fa, era la Voragine centrale il cratere più attivo.
Da due giorni, invece, ha dato segnali di maggiore irrequietezza il complesso del Sud Est, che comprende il vecchio e il Nuovo cratere di Sud Est. Qui, tra venerdì e ieri, è stata notata attività stromboliana associata a un elevato aumento dell’ampiezza del tremore, l’attività microsismica che annuncia la risalita del magma, diminuita poi nella giornata di ieri. E stamattina, intorno alle 9, è spuntato un enorme pennacchio di cenere e vapori con, alla base, delle fontane di lava.
Dopo poco, i tecnici dell’Osservatorio etneo dell’Ingv hanno rilevato due modeste colate di lava che restano confinate sull’alto fianco orientale e meridionale del cono vulcanico. Nel frattempo, su alcuni centri del versante orientale dell’Etna è stata rilevata caduta di cenere lavica. Tutti fenomeni che hanno costretto le autorità aeronautiche a emettere un avviso rosso per la navigazione aerea nella Sicilia orientale.
In realtà un problema relativo, al momento, visto che il traffico di voli, a causa del lockdown per il coronavirus, è ridotto al minimo: da Catania partono e arrivano ogni giorno solo due voli per Roma e due «postali» mentre lo scalo di Comiso è chiuso.Di Fabio Albanese, corrispondente da Catania