Bruxelles e Pechino sono ancora lontane e il vertice di lunedì lo testimonia. La tensione diplomatica è salita alle stelle durante l’incontro tra i leader europei e cinesi, il primo dopo la crisi.
Al centro dei colloqui la delicata questione commerciale e la “seria preoccupazione” dell’UE per la legge cinese sulla sicurezza di Hong Kong, che comprometterebbe il suo status semi-autonomo e il ruolo di centro finanziario.
“Sosteniamo il principio di un sistema-due paesi. Sappiamo che il 50% degli investimenti europei in Cina passa attraverso Hong Kong, e che ci sono 1.600 aziende attive a Hong Kong. Riteniamo che dobbiamo rispettare la neutralità politica di queste aziende”, ha affermato Charles MIchel, presidente del Consiglio europeo.
Sul fronte commerciale Bruxelles cerca da anni un accordo sugli investimenti con Pechino, per permettere alle capitali europee di accedere al mercato cinese. Ma i progressi sono pochi, ammette la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen.
“Per concludere l’accordo occorrerebbe in particolare un impegno da parte della Cina sulla questione del finanziamento delle imprese statali, trasparenza nei sussidi e trasparenza sul tema dei trasferimenti di tecnologia forzata”.
La forte crisi ha amplificato le tensioni con l’Occidente e ha aperto gli occhi sulla necessità di diversificare le catene di approvvigionamento, al fine di diminuire la dipendenza soprattutto nei settori strategici di valore.
Jörg Wuttke, Presidente della Camera di commercio dell’UE in Cina afferma che questa politica ha però un prezzo.
“Sarebbe una follia allontanarsi dalla Cina, ma alcuni prodotti si sono dimostrati molto importanti per la nostra sicurezza in Europa come prodotti farmaceutici e attrezzature sanitarie. Quello che mi chiedo è se l’Europa o le compagnie assicurative sono pronte a pagare di più per averli? “.
Bruxelles e Pechino si incontreranno di nuovo a settembre per un vertice, forse faccia a faccia.
Fonte: Euronews