In Russia le ONG aiutano le vittime di violenze domestiche a sollecitare le autorità ad agire con urgenza. Col confinamento il numero delle vittime è più che raddoppiato, ma senza una legge sulla violenza domestica non possono ottenere una vera protezione dallo Stato.
Il caso di Daria
Fra le vittime di questa situazione abbiamo incontrato Daia. Per lei è stato estremamente difficile raccontare la sua storia in quanto vittima di violenza domestica, il violentatore è suo padre. Tutto è iniziato prima del confinamento, ma l’isolamento ha peggiorato le cose. “Quando entra in camera ti colpisce, ed è chiaro che è accecato dalla sua rabbia. Col lockdown rimani sempre nello stesso spazio e le cose si aggravano”. Daria ha deciso di andarsene. Ma durante il confinamento il suo stipendio è stato dimezzato. Non è riuscita a trovare un alloggio a prezzi accessibili e non può trasferirsi. Quindi per ora è ancora a casa – con suo padre – in costante pericolo.
Il lavoro dei centri d’ascolto
Irina Matvienko gestisce le consulenti della hotline “Anna Center”, una delle ONG russe che aiutano le vittime della violenza domestica. Il numero di chiamate è aumentato in modo significativo. Si percepisce che fare una telefonata in quarantena è pericoloso. “Questo periodo di segregazione contribuisce all’isolamento totale di una donna che si ritrova sotto il potere diretto del suo aggressore” spiega Matvienko.
Il raddoppio dei casi di violenza
I casi di violenza domestica segnalati in Russia sono più che raddoppiati durante il confinamento come indicato dalle autorità che tutelano i diritti umani. Le ONG esortano il governo ad ospitare le vittime nei rifugi per separarle dai loro violentatori. Alena Popova, una delle co-fondatrici della rete YouAreNotAlone, ha fatto una campagna per l’approvazione della legge sulla violenza domestica in Russia. Eppure negli ultimi anni la Russia ha fatto marcia indietro e questo anche grazie alle associazioni che in tutela dell’istituto familiare non considerano la tutela delle donne in seno alle famiglie. Una singola aggressione all’interno della famiglia viene depenalizzata. Un aggressore può cavarsela con una piccola multa. “L’aumento delle molestie domestiche è disastroso e siamo davanti ad una violenza sempre più sofisticata. Chi picchiava la compagna prima del lockdown adesso la picchia e la stupra. Una catastrofe, da tempo abbiamo una recrudescenza di violenza domestica e, durante la pandemia, le cose sono andate molto peggio ” spiega Alena Popova.
I dati della polizia
La polizia russa afferma che il numero di crimini domestici è diminuito. Le ONG si stanno preparando invece per un’ondata di vittime che chiederanno aiuto non appena finirà il lockdown.
Fonte: Euronews