l risultato è lo stesso: uccisi gassati (asfissia tramite gas, monossido o biossido di carbonio), questa volta però non per farne pellicce ma per evitare la diffusione di Covid-19.
Succede a Deurne, nei Paesi Bassi, dove circa 1500 visoni e i loro cuccioli sono stati abbattuti in un allevamento focolaio dell’epidemia.
La prossima settimana seguiranno altre 9 aziende in cui è stata accertata la presenza di animali infetti.
Al termine del sopralluogo all’allevamento, Benno Bruggink dell’Autorità olandese per la sicurezza alimentare e dei prodotti di consumo (NVWA) ha ribadito la necessità di sopprimere i visoni: “Questi animali sono malati – ha detto – vengono quindi abbattuti e poi smaltiti nella struttura di Son perché non vogliamo che il virus si diffonda ulteriormente”.
Il salto di specie dal visone all’uomo è ‘plausibile’
Nei Paesi Bassi il coronavirus potrebbe essere passato dai visoni all’uomo. A sostenerlo è un rapporto pubblicato dal governo olandese sul suo sito istituzionale.
Nel dossier viene definito “plausibile” questo salto di specie.Il governo ha anche assicurato che proseguiranno le ricerche per chiarire le circostanze del primo focolaio, individuato a inizio mese in un allevamento nel Brabante, nel Sud del Paese.
I ricercatori hanno confrontato il codice genetico del virus trovato nei visoni con quello di un uomo risultato positivo e hanno individuato una sorta di “albero genealogico” al fine di fare una mappa della mutazione del virus. Il risultato è dunque “plausibile”.
Paesi Bassi: periodo di transizione, ma la produzione sarà vietata
I Paesi Bassi sono terzi al mondo per la produzione di pellicce di visone, con circa 200 allevamenti e 5 milioni di animali stabulati l’anno.
Nel Paese, che già aveva vietato dal 2008 gli allevamenti di volpi e cincillà, sono stati concessi agli allevatori dodici anni di tempo per riconvertire l’attività.
Le gabbie con i visoni saranno fuorilegge a partire dal 2024.
La vita in gabbia dei visoni e il loro ”benessere” in Italia
Per fare 1 chilo di pelliccia di visone occorrono 11 animali.
I visoni vengono allevati a migliaia in file di piccole gabbie di metallo: la legge italiana prevede che siano larghe 36 cm, profonde 70 cm e alte 45 cm.In natura, questi animali vivono nelle foreste, vicino a fiumi e ruscelli; negli allevamenti passano l’intera vita in gabbia: 3 o 4 anni, se vengono selezionati per la riproduzione; pochi mesi se serviranno a realizzare le pellicce.
In Italia, il tentativo di migliorare il “benessere” di questi animali si è arenato su questioni economiche. A partire dal 1 gennaio 2008 gli allevamenti avrebbero dovuto diventare “a terra”, cioè senza gabbie e con pozze d’acqua per bere (secondo le disposizioni della legge 17/2007).
Un processo che, secondo molti allevatori, avrebbe reso anti-economica e impossibile l’attività di allevamento di animali da pelliccia. Il Ministero della Salute era dunque intervenuto nuovamente, lasciando agli allevatori la scelta tra allevamento tradizionale in gabbia (ancora legale in Italia) e quello a terra.
Secondo un’indagine di Eurispes del 2015, oltre il 90% degli italiani è contrario agli allevamenti di animali da pelliccia.
Fonte: Euronews