Il ciclone Amphan distrugge India e Bangladesh. A Calcutta “disastro peggiore del Covid-19”

Alberi sradicati, tetti distrutti, venti che soffiano fino a 170 km/h, milioni di persone costrette a fuggire dalle proprie case. Questo è il bilancio, ancora provvisorio, del passaggio del potente ciclone Amphan, equivalente di un uragano di categoria 3, abbattutosi nell’entroterra, dopo aver colpito le coste di India e Bangladesh.

distruzione

Diverse persone sono morte a causa della furia del ciclone. Una donna rimasta schiacciata da un albero e una tredicenne uccisa vicino a Calcutta, sono i primi decessi segnalati in India. In totale, nel Bengala Occidentale, sono almeno una decina i morti. Mamata Banerjee, premier dello stato indiano, ha detto che la devastazione della città è “un disastro peggiore del Covid-19”, che a Calcutta ha contagiato oltre 3.100 persone.

Tra il timore del contagio e quello del ciclone

Nonostante una frenetica evacuazione, resa più difficile dalla pandemia, molte persone si sono rifiutate di lasciare le proprie abitazioni, proprio per paura di contrarre il virus. “Ci sono troppe persone qui”, spiega l’abitante di un villaggio indiano. “È impossibile mantenere una certa distanza. Sono molto preoccupata. Cerchiamo solo di evitare il ciclone e il contagio”.

Il ciclone ha spazzato via i ponti che collegavano le isole indiane alla terraferma, isolando molte aree, che si trovano ora senza elettricità e senza telefono.

Ci si aspettava inizialmente che la forza del ciclone si indebolisse man mano che si avvicinava al Bangladesh, ma le autorità hanno messo in guardia la popolazione locale.

Ora si teme per la sicurezza di quasi un milione di rifugiati Rohingya, che si trovano nei campi profughi, nel sud-est del Paese.

Fonte: Euronews

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