Da quattro mesi per Adrien Deslande le giornate si assomigliano tutte. Trentatrè anni, cittadino francese e guida turistica a Bruxelles, prima della pandemia conduceva una vita frenetica, scandita dalle visite guidate per i numerosi turisti in viaggio nella capitale d’Europa.
Ora la sua routine si basa sulle frequenti chiamate su Skype per restare in contatto con sua moglie, Güncel, bloccata nel suo paese di origine: la Turchia.
Per mesi Adrien ha rincorso al telefono consolati e ambasciate per sapere se e quando sua moglie avrebbe potuto raggiungerlo a Bruxelles, malgrado la chiusura della frontiere europee.
Da ciascuno ha ricevuto risposte contrastanti e incomplete, che hanno lasciato la coppia con il fiato sospeso.
“Abbiamo attraversato le montagne russe: una volta ricevevamo una buona notizia, speravamo un annuncio, parlavo con qualcuno che mi dava notizie positive…e poi ricevevo un’email o parlavo con altri che mi dicevano che non potevamo ricongiungerci fino a tempo indefinito. È stato difficile”, racconta.
Ma poi il governo belga ha definitivamente negato la possibilità ai familiari di cittadini europei di recarsi in Belgio, a meno che non vi avessero la residenza. Una decisione in contrasto con le raccomandazioni della Commissione europea, che invece aprono alla possibilità per i familiari di cittadini europei di viaggiare in Europa in ogni caso . Tutto ciò ha reso ancora più frustrante la separazione, ammette Adrien.
“Sembra davvero che il nostro matrimonio non sia neanche reale. Sia in senso legale, perché non sembra importare a nessuno il fatto che siamo sposati, sia anche in senso pratico perché non possiamo stare insieme”.
La loro storia è senza dubbio insolita: a Güncel è bastato incontrare Adrien mentre era in vacanza a Bruxelles per far scattare subito il colpo di fulmine. Dopo due anni di andate e ritorno tra Istanbul e Bruxelles i due hanno deciso di sposarsi a gennaio scorso. Ma proprio mentre Güncel era in Turchia, in attesa del permesso di soggiorno per stabilirsi in Belgio definitivamente, è rimasta bloccata. Il sogno di vivere insieme sembra essere stato infranto dalla pandemia.
“Tutta questa incertezza mi ha fatto capire che, poichè non sono una cittadina europea, praticamente non ho diritti. È davvero difficile per me venire in Belgio o in qualsiasi altro paese europeo, cosi come ottenere un visto. Pensavamo che il matrimonio avrebbe semplificato le cose. Ma no, non è stato così “, afferma Güncel.
L’UE dovrebbe aprire le sue frontiere esterne a luglio, ma l’incertezza sulle restrizioni di viaggio continua a generare rabbia e frustrazione per molte persone che rivendicano il loro diritto di ricongiungersi con i loro cari.
Fonte: Euronews
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