Scuole chiuse in mezzo mondo e quasi un miliardo e mezzo di studenti confinati a casa senza lezioni. Le conseguenze si annunciano importanti nella crescita delle nuove generazioni, stando a un rapporto di Save the Children fatto in vari paesi nel mondo. Cui si aggiungono le ricerche fatte nei singoli Stati.
L’insegnamento a distanza è bocciato anche oltremanica, dove una ricerca della National foundation for educational research (Nfer) rileva che gli studenti in questi mesi abbiano reso meno del solito. Non solo, 4 studenti su 10 non sono riusciti a avere un contatto regolare con i propri insegnanti attraverso le piattaforme numeriche. Gli studenti più vulnerabili sono quelli che hanno risentito maggiormente del confinamento. Nel regno Unito la grande differenza vede da una parte scuole pubbliche e scuole private, con le prime che possono esporre numeri da miseria educativa in questi ultimi 3 mesi.
Carole Willis, direttore esecutivo della Nfer: “Vi sono notevoli differenze nel livello di coinvolgimento degli alunni con l’apprendimento online, in particolare per gli alunni più svantaggiati. Il rischio è che il divario del gap cognitivo ed educativo vada allargandosi. È urgente un piano globale e di lungo termine per affrontare questo problema”.
Lorella Giannandrea, docente di Tecnologie dell’istruzione e dell’apprendimento all’Università di Macerata, intervistata daha spiegato i rischi corsi dall’insegnamento online:
“Il rischio, almeno all’inizio, è stato Scienzainrete quello di riprodurre le modalità di lavoro e le strategie che venivano utilizzate nella didattica in presenza. Purtroppo questo modo di lavorare si è rivelato subito poco efficace: in effetti i ragazzi non riescono a seguire una lezione frontale in videoconferenza per tempi lunghi, e tendono a distrarsi e a trovare strategie per sfuggire all’ascolto della lezione. Questa situazione molto impegnativa dal punto di vista cognitivo rappresenta una sfida anche per gli studenti più coinvolti e competenti, ma rischia di diventare un ostacolo insormontabile per gli studenti in difficoltà e in generale per tutti quegli studenti che fanno fatica a concentrarsi, o che prediligono modalità di approccio allo studio e ai contenuti non legate ai codici visuali e verbali”.
La didattica a distanza ci toglie qualcosa, ma ci offre anche risorse alternative alle lezioni in classe?
“Pensiamo alla possibilità – aggiunge Lorella Giannandrea – di registrare le interazioni e riascoltarle, pensiamo alla documentazione che una piattaforma ci permette di conservare e rivedere. Tutti questi strumenti ci permettono di rivedere i lavori fatti, di riflettere sui progressi e sugli errori, ci permettono di mostrare ai compagni i nostri lavori e ricevere valutazioni e consulenza dai pari.
Nonostante tutto il gap educativo che si è allargato anche in Spagna: per alcuni bambini il lockdown di 3 mesi si tradurrà nel blocco dello sviluppo socio-cognitivo paragonabile alla perdita di un anno di scuola.
Fonte: Euronews
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