L’industria europea dei carburanti chiede all’Unione europea di puntare sull’uso di carburanti liquidi a basse emissioni di carbonio per alimentare il settore dei trasporti.
Il vantaggio? Se miscelati con le fonti esistenti di combustibili fossili, questi carburanti poterbbero permettere all’Europa di raggiungere zero emissioni entro il 2050, spiega John Cooper Direttore generale, Fuels Europe.
“La domanda di combustibili liquidi sta crescendo in tutto il mondo, ma la sfida è come tradurla in un futuro neutrale dal punto di vista climatico. Crediamo che la leadership e la volontà dell’Europa di adottare politiche forti possano essere la piattaforma che consente all’industria europea di diventare la pioniera in queste tecnologie. Inoltre, molte di queste tecnologie sono necessarie anche per altre industrie ad alta intensità energetica “.
I liquidi a basso contenuto di carbonio sono quelli prodotti da biomasse o quelli in cui il carbonio viene catturato alla fonte, senza essere rilasciato nell’atmosfera.
L’opposizione dei gruppi ambientalisti
Sebbene concentrarsi sulle fonti rinnovabili sia una priorità fondamentale per l’Unione europea, la sostituzione di carburanti fossili per il trasporto e l’aviazione è più complicata che per le auto elettriche. I gruppi verdi insistono sul fatto che l’industria del carburante non sta affrontando la realtà della crisi climatica.
“Non vogliono affrontare la questione circa l’interruzione dell’estrazione e dell’uso di petrolio e gas. Per noi il trasporto a emissioni zero è un settore che non utilizza nessun combustibile fossile. – esclama Laura Buffet, della ONG Transport and Environment. Inoltre, si concentrano di nuovo sulle cosiddette alternative a basse emissioni di carbonio, che in realtà non sono a basso tenore di carbonio. Per esempio i biocarburanti sono prodotti da colture alimentari che comportano la deforestazione”.
Green deal e recovery fund legati da un filo rosso
I ministri dell’energia dell’UE duscono su come l’Europa possa far si che Green Deal europeo renda possibile annullare le emissioni entro il 2050, il tutto mentre il continente si sta riprendendo dalla crisi economica causata dalla pandemia. Ogni paese dovrà presto inviare i propri piani per accedere al revoery fund, che dovranno essere valutati dalla Commissione europea.
Otto Stati membri hanno già iniziato a fare pressioni sull’UE per consentire ai progetti di gas naturale di ricevere finanziamenti dall’UE. I gruppi verdi avvertono però che qualsiasi ulteriore investimento nelle infrastrutture per i combustibili fossili danneggerà la possibilità dell’Europa di raggiungere i suoi obiettivi climatici.
Fonte: Euronews