Novantuno giorni dopo la sua chiusura ecco un simbolo dell’Europa che tenta di ricominciare. I confini nell’area di Schengen riaprono a mezzanotte nella notte fra domenica 14 a lunedì 15 giugno.
Stavolta tutto accade in modo coordinato rispetto alle chiusure affrettate di metà marzo all’epoca dell’esplosione della pandemia di Covid-19.
Germania, Francia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Svizzera e Grecia avrebbero revocato i controlli alle frontiere interne dell’Europa lunedì 15.
Diversi paesi non hanno ancora completamente tolto le limitazioni. Sono Spagna, Portogallo e Danimarca.
La Grecia ha deciso di aprire lunedì i suoi confini agli europei, ma sono necessarie quarantene di sette giorni (in caso di test negativo) o quattordici giorni (positivi) per gli arrivi da alcune regioni europee particolarmente colpite dal virus.
Cosi’ la commissaria Johansson: “La Commissione europea aveva raccomandato tale apertura entro il 15 giugno, ma le restrizioni sono state revocate in ordine sparso”.
I turisti e i viaggiatori provenienti da America latina, medioriente o Stati Uniti dovranno per ora aspettare anche se, nel caso degli Usa, Trump ha detto che la riapertura delle frontiere statunitensi dipende dal concetto di recprocità. Se un paese non dovesse consentire l’ingresso dei cittadini americani, esso si vedrebbe vietato l’ingresso sul suolo USA ai propri cittadini.
L’accordo di Schengen è un trattato che ha portato alla creazione di uno spazio europeo in cui i controlli alle frontiere interne sono stati in gran parte aboliti. Venne firmato il 14 giugno 1985, vicino alla città di Schengen (Lussemburgo), da cinque dei dieci stati membri dell’allora Comunità economica europea.
Fonte: Euronews