Al termine di un’indagine condotta dalla Digos della Questura di Roma, la Procura della Repubblica capitolina contesta i reati di associazione a delinquere finalizzata all’istigazione all’odio razziale e occupazione abusiva di immobile nei confronti, tra gli altri, dei vertici del movimento di estrema destra di Casapound: Gianluca Iannone, Andrea Antonini e Simone Di Stefano. Con loro, altre tredici persone.
Nell’ambito di questo procedimento, sono iniziate oggi le procedure di sequestro dell’immobile di via Napoleone III, da anni occupato dai militanti e utilizzato, secondo l’impostazione degli inquirenti, come “quartier generale” dell’associazione. In risposta all’atto, sul palazzo è stato esposto dai militanti un Tricolore e dalle finestre è stato diffuso ad alto volume l’inno nazionale.
La notifica del provvedimento del gip di Roma, che ha accolto le richieste del pm Eugenio Albamonte, dovrebbe essere completata non prima di martedì. La struttura passerà quindi nelle disponibilità del Tribunale. Per quanto riguarda la programmazione dell’eventuale sgombero, essa dovrà essere decisa in seno al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, che dovrà coordinarsi con la Procura.
“Siamo contenti che questa iniziativa sia stata assunta. Ora aspettiamo l’evoluzione dal punto di vista giudiziario”, commenta l’Anpi. “Esprimiamo viva soddisfazione per il provvedimento che era stato richiesto dalla Procura sulla base della nostra denuncia”, sottolinea il vicepresidente Emilio Ricci.
Ed esulta anche la sindaca Virginia Raggi: “Un momento storico, una vittoria per la città”. Poi, sulla sua pagina Facebook, la prima cittadina ha pubblicato un video dello scorso agosto, quando andò ai piedi del palazzo di via Napoleone III in occasione della rimozione della scritta sull’edificio. “Oggi si festeggia il 76esimo anniversario della Liberazione di Roma dall’occupazione nazi-fascista – commenta nel post Raggi – Ringrazio la Procura della Repubblica di Roma” per l’avvio dell’iter.